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26-09-2014

Gli ostacoli riscontrati al libero esercizio della professione

Le particolari caratteristiche delle Discipline Olistiche per la Salute sono state preservate, sviluppate e diffuse capillarmente nel nostro paese dal trentennale lavoro di molti insegnanti di queste discipline, oggi noti capi-scuola. Grazie a questo cospicuo lavoro, le Discipline Olistiche per la Salute sono state conosciute ed apprezzate in epoche in cui venivano completamente ignorate dalle professioni mediche e paramediche riconosciute e dalle Istituzioni, di cui però recentemente hanno destato curiosità e interesse in ragione del vasto grado di consenso raggiunto.
Queste migliaia di lavoratori autonomi costituiscono un ricco patrimonio di risorse per il nostro Paese e sono da tener presente come esempio vivo per le nuove professioni che si intendono regolamentare (vedi Pdl Vietti e Mastella sulle nuove professioni, Pdl Lucchese e Pdl Pellegrino e Leggi e Pdl in discussione nei Consigli Regionali) dove i referenti ai tavoli di discussione per queste arti sono le Associazioni di categoria delle discipline naturali e non quelle rappresentative delle professioni mediche o paramediche.
Nonostante ciò sia chiaro all’opinione pubblica da qualche decina di anni, si sono verificate precise denuncie nei confronti di questi liberi professionisti perché accusati ingiustamente di abuso di professione. Procedimenti penali, comunque, sempre conclusi con l’assoluzione con formula piena.
Riguardo a queste specifiche denuncie le associazioni della IAS esprimono il seguente parere: se queste azioni repressive dovessero continuare, le conseguenze sarebbero gravi.

  1. cittadini che non hanno violato alcuna norma verrebbero posti in stato di accusa per reati gravi ed infamanti come la truffa e l’abuso di professione sanitaria;
  2. la libertà di insegnamento garantita dall’art. 33 della Costituzione italiana sarebbe messa in discussione;
  3. il diritto al lavoro di migliaia di cittadini italiani che da 40 anni esercitano legittimamente queste arti verrebbe messo a rischio;
  4. la conoscenza e la diffusione delle discipline naturali verrebbe impedita;
  5. la lesione immotivata del diritto di milioni di cittadini italiani di scegliere, come risorsa per il proprio benessere, una disciplina praticata da operatori qualificati e competenti;
  6. la compromissione di un fenomeno sociale di ampia portata, che consente oggi di migliorare il livello di benessere, vitalità e salute dei cittadini senza oneri per Stato e Regioni, creando sviluppo e occupazione in un settore nuovo e in espansione, che si è autogenerato e si autogestisce egregiamente da decenni, con grandi benefici per i gli utenti, gli operatori e la collettività.

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